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Prot.6960 del 20/09/2017

Atto d’Indirizzo del Dirigente Scolastico al Collegio dei Docenti

 

                                       

ISTITUTO COMPRENSIVO MONTE ROSELLO BASSO

P.zza Sacro Cuore n. 16 – 07100 SASSARI
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Prot. 6960 del 20. 09.2017 

Al COLLEGIO DEI DOCENTI
E p.c. Al CONSIGLIO D’ISTITUTO
Al PERSONALE
ATA
DSGA
Alla CONSULTA DEI GENITORI
A tutti i GENITORI SITO WEB

ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Per la predisposizione dell’adeguamento del PIANO TRIENNALE dell’OFFERTA FORMATIVA alla fase annuale 2017- 2108 Decreto Dirigenziale n.1/ 2017-18

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

VISTO l’art.25del Dlgs 30.03.2001 n.165; VISTO l’art.14 del C.C.N.L., commi 2,3,4 dell’Area V relativo al quadriennio normativo 2006-2009; VISTO il DPR n. 275 08.03.1999 così come modificato ed integrato dalla Legge n.107/2015;

VISTO l’art.1, commi 14,15,16,17,29,40,63,78,85,93 della Legge n.107/2015;

VISTA la nota MIUR01.09.2015relativa al Rapporto di Autovalutazione (RAV) e al Piano di Miglioramento

ESAMINATO il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) dell’Istituzione Scolastica 2016-19 e della sua realizzazione nella fase annuale 2016-17 (ALL. 1);

TENUTO CONTO del Piano di Miglioramento (PDM) anch’esso aggiornato alla fase annuale 2016-17 (ALL.2);

VISTE le risultanze ed indicazioni di priorità emerse nel RAV 2016-17 (ALL.3) e tenendo conto, dentro una prospettiva analitica di continuità, di quelle del 2015-16 del 16- 17;

TENUTO CONTO che l’Istituto Comprensivo “Monte Rosello Basso” di Sassari elabora il POF sulla base, sia dei documenti nazionali per la predisposizione dei Curricoli Verticali d’Istituto sia delle caratteristiche e dei bisogni degli/delle alunni/e, oltre che delle esigenze espresse dalle famiglie, nonché delle offerte educative programmate sul territorio;

VISTI gli Atti d’Indirizzo emanati per gli anni scolatici 15-16 e 16-17 (prot. 4379/C20 del 10.09.2015 e n. 5271 del 02.09.2016) che, considerata la persistenza delle 2 medesime priorità e la prospettiva triennale dell’intervento, vengono richiamati integralmente all’attenzione del Collegio e, pertanto riconfermati nella sostanza ed in continuità (ALL-4-5);

COMUNICA AL COLLEGIO DEI DOCENTI GLI INDIRIZZI GENERALI PER LA REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DIDATTICHE, FORMATIVE ED ORGANIZZATIVE DELLA SCUOLA

Tali indirizzi vengono dati in una logica di continuità con le buone pratiche già esistenti e all’interno di una prospettiva orientata alla successiva e puntuale pianificazione triennale dell’Offerta Formativa.

1. Rendere coerenti gli orientamenti e le scelte indicate nel Piano dell’Offerta Formativa 2017-18 con quanto emerso dal Rapporto di Auto Valutazione dell’Istituto e con quanto previsto dal relativo Piano di Miglioramento.

2. Migliorare la qualità dei processi educativi e formativi perseguendo le finalità generali del sistema scolastico nazionale per come sono state ricapitolate nei documenti normativi curricolari di riferimento nazionale e individuando uno o più obiettivi strategici di cui al comma 7, punti a-s dell’art.1 della Legge 107/2015.

3. Elaborare e vagliare i progetti e le attività di arricchimento ed ampliamento dell’offerta formativa alla luce della loro coerenza con i precedenti punti 1 e 2.

4. Strutturare un’organizzazione della didattica coerente con le priorità del RAV, nonché funzionale all’attivazione dei processi indicati nel PDM, attraverso la definizione delle aree delle Funzioni Strumentali e dei relativi referenti, nonché delle altre aree sensibili del sistema con i referenti.

5. Individuare sedi, modalità e forme di confronto, di verifica, di controllo e di riformulazione del Piano dell’Offerta Formativa (inteso nella sua globalità e nell’articolazione degli interventi previsti ed attuati) nelle fasi di realizzazione, monitoraggio, autovalutazione rendicontazione sociale dei risultati.

6. Individuare i bisogni formativi del personale in coerenza con le azioni di miglioramento da attivare, con particolare attenzione alla valorizzazione delle professionalità esistenti e alle finalità formative espresse dalla L.107/2015.

7. Attuare il Piano Nazionale di Scuola Digitale nelle sue articolazioni didattiche ed amministrative sulla base delle risorse possedute, della condivisione, progressiva e continua, dei processi formativi ed auto formativi.

8. Attivare un processo di miglioramento dell’azione amministrativa e delle procedure organizzative teso, direttamente, a predisporre le condizioni essenziali per l’effettiva e funzionale attuazione del PTOF e, dall’altro lato e più in generale, a promuovere l’erogazione sempre più efficace del servizio pubblico di istruzione da parte dell’Istituto.

Indicazioni del Dirigente Scolastico per l’attuazione dell’Atto d’Indirizzo

Al fine di favorire la comprensione degli Indirizzi Generali dell’Atto e per orientare più concretamente le scelte progettuali ed organizzative dell’Istituto e le modalità di intervento educativo, didattico e metodologico da parte dei docenti, sempre considerando quanto previsto dal PDM, si propongono, immediatamente, alcune delle criticità già indicate a livello di RAV (e del PDM), dallo scrivente rivisitate, estese ed interpretate. Tali criticità sono proposte, pertanto, come aree di riflessione e di confronto, nonché oggetto di azioni di sviluppo a intraprendere. 3

SETTORE EDUCATIVO –DIDATTICO

1 Esiti disciplinari. Criticità
Gli esiti disciplinari, compresi di quelli relativi alle prove strutturate INVALSI, appaiono mediamente statici con una diminuzione tendenziale delle eccellenze nell’arco degli ultimi due anni. Strettamente connesse con gli esiti sono le problematicità originate da comportamenti polemici -oppositivi, delegittimanti la scuola, spesso sostenuti-stimolati dalle famiglie,

 Misure per il miglioramento o Riqualificazione delle pratiche didattiche e di progettazione didattica.

  • Orientamento didattico verso la promozione delle competenze con una significativa riduzione (soprattutto nella secondaria) del tasso di trasmissione delle conoscenze. A tal fine si sollecita, ancora una volta, la pratica dell’autovalutazione individuale e di team, allegando (ALL.6) la nota 3401 del 19.04.2017 (“Metodi didattici. Descrizione.”)
  • La progettazione, oltre che favorire i processi inclusivi relativi all’alto numero di alunni con BES, dovrebbe anche sostenere e valorizzare le eccellenze attraverso iniziative specifiche (sia interne che esterne) soprattutto in funzione orientativa.
  • La realizzazione del curricolo andrebbe sostenuta con una maggiore e più concreta condivisione della progettazione e valutazione, dei processi di personalizzazione e inclusione, nonché potenziando la flessibilità e la trasversalità nell’utilizzo di metodologie didattiche.
  • Le prove strutturate andrebbero affrontate non attraverso forme di “allenamentoadattamento” ai test INVALSI ma con un lavoro rigorosamente calibrato sulle competenze degli alunni, nonché sperimentate in compiti di realtà attraverso la trasformazione delle attuali aule-classi in aule di lavoro e sperimentazione di percorsi laboratoriali anche in direzione meta cognitiva.
  • Maggiore attenzione dovrebbe essere data alla progettazione didattica per moduli (anche pluridisciplinari) riorganizzando i tempi d’insegnamento dentro processi trasversali interdisciplinari che superino una diffusa percezione frammentata dei saperi disciplinari.
  • Maggiore approfondimento e studio dovrebbe essere dato alla strutturazione in senso digitale degli ambienti d’apprendimento quindi ricercando anche centri d’interesse culturali da condividere con gli/le alunni/e per potenziare la motivazione e favorire l’azione dell’insegnamento. Gli ambienti d’apprendimento sono pertanto luoghi di progettazione e riconfigurazione teorica delle attività che pur tenendo, ovviamente, conto dei vincoli oggettivi esistenti, dovranno essere pensati in funzione del superamento degli stessi
  • Molta attenzione deve essere data alla predisposizione di contesti ed interventi educativi mirata alla costruzione di un clima relazionale positivo e allo sviluppo di comportamenti e di atteggiamenti orientati al rispetto reciproco e delle differenze di genere, delle regole stabilite insieme, alla partecipazione attiva, alla non violenza e convivenza civile, alla cittadinanza attiva.
  • Come collante di quanto esposto, in funzione di proposta indiretta agli alunni di un modello educativo vissuto dagli adulti educatori, andrebbe rafforzata e costantemente potenziata la partecipazione (personale e di gruppo) dei docenti alla costruzione e all’attuazione quotidiana della scuola come “comunità”.  
  • La “scuola-comunità” deve necessariamente proporsi all’utenza in modalità d’ascolto e accoglienza, stimolando la partecipazione diretta dentro processi educativi strutturati e guidati, formativi e informativi, per l’attuazione della “corresponsabilità educativa” di cui al DPR 235/2007 

Criticità docenti

In relazione a quanto emerso nella pratica nonché evidenziato formalmente nel RAV, risulta necessario avviare alcuni processi di miglioramento della pratica didattica.

Misure per il miglioramento

  • Potenziamento della comunicazione interna delle pratiche didattiche anche tramite l’utilizzo di strumenti digitali.
  • Superamento delle situazioni di individualismo all’interno dei team, fonte costante di indebolimento dell’azione didattica e causa di un clima inadeguato alle finalità perseguite.
  • Maggiore attenzione agli effetti educativi e di apprendimento connessi con le modalità d’insegnamento esplicitate.
  • Condivisione delle modalità di verifica e dei criteri di valutazione delle competenze; confronto e condivisione andrebbero attuati innanzitutto sul significato di quest’ultime in relazione ai/alle alunni/e considerati/e, per superare diffuse incertezze ed incoerenze.
  • Maggiore partecipazione ai processi formativi ed una più attenta lettura dei documenti programmatici – sia nazionali che dell’istituzione autonoma – al fine di realizzare una progettazione più coerente con le norme vigenti .
  • Superamento dello scollamento spesso esistente tra gli stili d’insegnamento e le procedure di lavoro innovativo esplicitati nei progetti educativi -didattici sperimentali e le modalità ordinarie e quotidiane di organizzazione e gestione dell’intervento educativo e didattico, spesso troppo trasmissivo e scarsamente partecipativo e laboratoriale.
  • Questi orientamenti, esplicitati anche nei precedenti Atti d’Indirizzo e nel PDM, attengono all’Area della professionalità docente della quale si fornisce un approfondimento d’analisi e gli obiettivi per il miglioramento.

AREA DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE.

Ogni docente, nella migliore attuazione delle proprie funzioni, compiti e responsabilità, è chiamato, da una parte, a conformare i propri comportamenti ai principi generali di correttezza, efficacia, efficienza, in base a quanto previsto dal Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici e, dall’altra, a migliorare le proprie competenze didattico – educative sia a livello di progettazione, di coordinamento organizzativo e di attuazione dell’intervento formativo, nonché di comunicazione e relazione con colleghi/e, alunni/e, genitori.

Facendo riferimento a quanto previsto dalla L. 107/2015 in merito alla formazione (definita come “obbligatoria, permanente e strutturale”), si raccomanda ai/alle docenti di farsi parte attiva nella promozione dei processi di formazione in servizio, a partire dalla fase d‘individuazione dei bisogni formativi, passando per la costruzione dei relativi percorsi, fino alla partecipazione diretta e consapevole agli stessi. In questo senso anche l’utilizzo della “Carta Elettronica” – che deve essere coerente con le disposizioni amministrative dell’Istituzione – dovrà essere rapportata al fabbisogno culturale, formativo e professionale definito in base alle esigenze di miglioramento indicate nel PDM, nonché alle scelte del PTOF senza 5 tralasciare i desideri-bisogni di arricchimento professionale individuale. L’obiettivo da perseguire dovrà essere quello di sviluppare un’articolazione della funzione docente sempre più qualificata e complessa.

a Obiettivi per il miglioramento

A tal fine, in maniera strettamente connessa con quanto esposto in precedenza, la serie dettagliata degli obiettivi da perseguire risulta essere la seguente:

aumentare il numero delle ore e degli incontri destinati alla progettazione e formazione, strutturando al meglio il tempo disponibile nel Piano Annuale attraverso una proposta “dal basso” di riconfigurazione in attuazione di quanto previsto nel C.C.N.L.;

  • costituire gruppi di studio e di ricerca;
  • migliorare la capacità diffusa di progettazione individuale e coordinata, curricolare e non, educativa e didattica, disciplinare e multidisciplinare, annuale, quadrimestrale, bimestrale, settimanale, quotidiana;
  • connettere costantemente la progettazione all’azione didattica e a quella di verifica e valutazione;
  • acquisire la consuetudine alla documentazione educativa e didattica (evitando di banalizzarla a procedura burocratica) per favorire la piena condivisione interna dei processi ed il miglioramento “comunitario”;
  • cimentarsi nella soluzione creativa dei problemi di apprendimento degli/delle alunni/e attraverso l’ideazione e la sperimentazione di tecniche innovative;
  • cimentarsi nella sperimentazione digitale nella didattica attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

AREA EDUCATIVA

Come spesso indicato in numerose linee d’indirizzo fornite durante i due anni precedenti, l’azione individuale e collettiva dei/delle docenti, sia nella fase di progettazione/organizzazione/preparazione dei contesti e degli interventi educativi, sia nella fase di attuazione dei processi, deve essere sempre finalizzata alla costruzione di un clima relazione positivo ed allo sviluppo di comportamenti e atteggiamenti improntati al rispetto reciproco, delle regole di convivenza ed alla partecipazione attiva. Poiché si educa soprattutto attraverso la testimonianza del proprio agire individuale e sociale le/i docenti devono prestare particolare attenzione ai propri comportamenti, sia in relazione ai doveri della propria funzione sia al rispetto delle persone e del lavoro altrui, impegnandosi a favorire una dimensione costruttiva e collaborativa in attuazione di quanto prescritto dalle norme – sia ordinarie che pattizie – e dai Codici Disciplinari. E’ noto che il modello – diretto e indiretto- di “comunità educativa” che agisce e apprende dal proprio fare quotidiano includendo collaborativamente anche i genitori, è ciò che maggiormente e meglio agisce sui discenti. Pertanto ogni docente deve offrire il proprio contributo per trasformare la scuola in una comunità di vita, di conoscenza, di studio e di lavoro, migliorando, nel contempo le conoscenze individuali dei ragazzi, favorendo in loro la maturazione delle competenze sociali e disciplinari, nonché lo sviluppo delle specifiche intelligenze, con particolare attenzione alle attitudini e talenti. Dovranno, inoltre, tenere in debita considerazione sia gli aspetti psicologici ed evolutivi generali sia le modalità contemporanee dell’approccio alla vita, alle relazioni ed alla conoscenza in generale dei minori, in particolare degli adolescenti per prevenire derive comportamentali (bullismo- cyber bullismo-disparità e violenza di genere, omofobia) promuovendo una più elevata qualità educativa. A tutti i docenti, inoltre, è fatto obbligo, in quanto adulti, della vigilanza sui minori, a partire dalle classi di pertinenza ma dilatato, in relazione alle situazioni, a tutto il contesto di riferimento; obbligo prioritario condiviso con i collaboratori scolastici e con chiunque svolga servizio attivo e formalizzato a scuola. Una particolare trattazione si rende necessaria per quanto riguarda l’ambito del sostegno e, più in generale della cosiddetta “area BES”, verso la quale, sotto il profilo progettuale ed attuativo, tutti i docenti devono concorrere a migliorare la qualità dell’intervento educativo, condividendone pienamente ogni aspetto. Il Piano Annuale dell’Inclusione (PAI) deliberato dal Collegio, infatti, così come l’attuazione dei Piani Educativi Individualizzati (PEI) per gli/le alunni/e con disabilità e dei Piani Didattici Personalizzati (PDP) per le situazioni con BES, riguardano obbligatoriamente tutti e non il solo docente di sostegno. Nelle classi in cui sono presenti alunni con disabilità certificata, il contributo dei/delle docenti di sostegno assume, poi, grande rilevanza rivestendo, se dotati/e di specializzazione, un ruolo d’indirizzo e di co-coordinamento dell’azione didattica inclusiva nella classe.

a. Obiettivi/percorsi educativi da perseguire da parte di tutti i docenti

  • Farsi carico, in piena autonomia ed in modalità collaborativa, del compito di ridurre e gestire i problemi di comportamento e di relazione e promuovere un adeguato clima educativo -relazionale aumentando le occasioni di cooperazione e solidarietà.
  • Ridurre il numero e l’entità dei provvedimenti disciplinari e delle insufficienze in comportamento.
  • Migliorare le modalità di relazione con gli/le alunni/e modificando in positivo l’approccio comunicativo nei loro confronti.
  • Ideare, predisporre, attuare specifici progetti educativi condividendone, il più possibile, esiti e percorsi con gli/le alunni/e.
  • Migliorare il clima ed il contesto educativo per promuovere la più efficace integrazione scolastica.
  • Promuovere forme di cura, di aiuto e di tutoring tra i/le discenti

b. Obiettivi/percorsi educativi nei confronti degli/delle alunni/e diversamente abili o, comunque, bisognosi di una particolare attenzione e cura educativa

I docenti (di sostegno e curricolari) s’impegneranno a:

  • inserire l’azione educativa/didattica indirizzata all’alunno/a in difficoltà nel contesto esperienziale ed operativo della classe, cercando opportuni e plausibili “punti di contatto”;
  • legare la progettazione educativa-didattica rivolta all’alunno/a a quella della classe, assicurando un proficuo coordinamento tra le figure professionali e quelle educative;
  • organizzare gli orari di servizio, propri e del personale educativo esterno, in funzione del migliore e più efficace svolgimento delle attività;
  • predisporre un calendario settimanale delle attività da sviluppare l’alunno/a diversamente abile, comprensiva di luoghi, persone coinvolte e relative funzioni e motivazioni;
  • intervenire nel curricolo della classe per consentire gli inserimenti degli/delle alunni/e diversamente abili;
  • sperimentare forme d’innovazione didattica anche con il supporto delle strumentazioni tecnologiche;
  • ideare e realizzare attività laboratori ali sollecitando le propensioni personali e le dinamiche relazionali e cooperative, naturalmente calibrate sull’età;
  •  progettare un utilizzo specifico di risorse finanziarie, logistiche e strumentali per elevare la qualità e l’efficacia degli interventi;
  • creare ed implementare un “centro risorse” digitale per il sostegno e le dimensioni BES che supporti l’attività inclusiva dell’istituzione;
  • promuovere attività di formazione su argomenti connessi all’integrazione e all’inclusione scolastica;
  • stimolare anche gli/le alunni/e diversamente abili alla responsabilità delle proprie azioni.

AREA CURRICOLARE E FORMATIVA

1. La Continuità Verticale
1.1 Attuazione del Curricolo

L’attuazione del curricolo (di cui alle Indicazioni Nazionali del 2012) deve essere necessariamente svolta in verticale, tenendo conto degli “assi culturali” individuabili attraverso una progettualità multidisciplinare e interdisciplinare. Questo processo è di vitale importanza per realizzare concretamente l’unità formativa interna decretata con la creazione istituzionale del Comprensivo. L’obbligatoria e imprescindibile integrazione dei tre ordini di scuola vede nell’attuazione del curricolo verticale il suo strumento fondamentale. Tale integrazione, considerate le persistenti notevoli differenze organizzative interne mai sanate sia a livello normativo che contrattuale, va vista come un processo continuo da perseguire tramite la ricerca di azioni progettuali comuni.

In particolare è necessario:

  • condividere criteri progettuali e modalità metodologiche;
  • realizzare, su specifici campi-ambiti disciplinari definiti sulle priorità, una progettualità condivisa lungo l’intero arco dell’anno (non episodica), tra le sezioni- classi ponte dei tre ordini di scuola;
  • creare momenti-evento in periodi dell’anno di particolare importanza per fissare le tappe dei processi in atto;
  • documentare sempre i processi per disseminare le buone pratiche anche attraverso la tecnologia digitale.

1.2 Il coinvolgimento della Scuola dell’Infanzia

Notevole importanza assume il pieno coinvolgimento della scuola dell’infanzia, purtroppo ancora non adeguatamente considerata in tutte le proposte progettuali “di sistema” di Enti nazionali e territoriali o ancora in fase di progettazione da parte del MIUR. Questo dato negativo dovuto ad una non ancora adeguata considerazione dell’importanza di questo settore all’interno dei percorsi di costruzione del curricolo verticale propone al Collegio la necessità irrinunciabile di realizzare una progettazione sempre inclusiva di quest’ordine di scuola, ricercando proposte e realizzando progetti che la includano, agendo in base a quanto definito nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo. Certamente il Collegio dovrà mettere al centro la considerazione (ormai per tutti assodata ma poco praticata) che la povertà esistente nel campo dell’educazione razionale-emotiva ha ormai raggiunto livello emergenziali e che va affrontata fin dal primo livello d’istruzione, intervenendo “a monte” del problema e non a valle, sugli esiti. La nostra istituzione, a tale riguardo, utilizzando una quota interna di risorsa professionale, ha impostato un lavoro d’intervento psicologico che ha fornito risposte e risultati apprezzabili. Tuttavia l’intervento va sostenuto da una progettualità più ampia “dal basso” che metta in relazione attiva e formativa genitori e docenti stimolando anche l’attività della Consulta.

1.3. L’orientamento

Dentro l’asse di continuità verticale non va dimenticata la necessaria connessione con il secondo settore della scuola secondaria di primo grado, secondo un’ottica concreta di orientamento. 8 Sulla base delle indicazioni emerse dal RAV ed indicate nel PDM, il processo di ripensamento e riconfigurazione dell’orientamento, già avviato lungo l’anno scolastico precedente, va ulteriormente potenziato. In particolare è necessario:

  • strutturare il consiglio orientativo in base a rilevazioni progressive con gli/le alunni/e in uscita e a momenti di verifica in situazioni d’apprendimento;
  • impostare per tempo la relazione di collaborazione con le istituzioni del secondo ciclo d’istruzione per farne conoscere l’offerta formativa;
  •  progettare rapporti di collaborazione strutturata con il livello superiore d’istruzione al fine di generare formazione in situazione ed offrire agli/alle alunni/e l’opportunità di conoscere e sviluppare specifiche intelligenze e potenzialità;
  • attivare e/o partecipare ad iniziative progettuali di carattere disciplinare che vedano interessati in percorsi di ricerca-azione docenti e alunni dei due settori, a seconda delle azioni anche dall’infanzia alla secondaria di secondo grado (matematica, scienze, arte, musica, ecc.);
  • creare rapporti strutturati con le autonomie scolastiche di livello superiore che accolgono i/le nostri/e alunni/e in uscita per consentire il monitoraggio degli esiti successivi

2. La Continuità Orizzontale

L’Istituzione Scolastica ha avviato nel precedente anno scolastico una serie di buone pratiche aprendo al territorio ed includendolo dentro attività strutturate con esiti molto soddisfacenti. Si è lavorato concretamente alla costruzione di una vera “comunità educante” creando una rete di collaborazioni ed alleanze che hanno consentito di dar vita ad iniziative molto importanti definite sia in singoli progetti (educazione alla salute, all’ambiente, prevenzione, ecc.) sia con “contenitori multidisciplinari” di sistema come il progetto Erasmusplus e le attività sportive. Dentro questi processi hanno avuto un ruolo essenziale i protocolli d’intesa con Enti esterni, il coinvolgimento di enti e agenzie educative del territorio (associazioni e parrocchia) e della Consulta dei Genitori. Quest’ultima rappresenta una risorsa importantissima ma dovrebbe essere costantemente sostenuta e stimolata dalla scuola.

AREA DIDATTICA METODOLOGICA

L’azione individuale e collegiale del corpo docente, sia nella fase di progettazione- organizzazione preparazione dei contesti d’apprendimento e dei percorsi didattici, sia nella fase di attuazione dei processi d’insegnamento e apprendimento, deve tener conto delle caratteristiche e delle condizioni degli/delle alunni/e. Allo scopo, i/le docenti devono, in primo luogo, definire i traguardi d’apprendimento previsti dai documenti nazionali e interni mediante la “contestualizzazione” alla situazione di classe, gruppo, alunno/a. Nel farlo avranno cura di orientarsi progressivamente verso un approccio metodologico costruttivista e laboratoriale, realizzando processi d’insegnamento-apprendimento collaborativi e in “situazione”; l’attività sviluppata in contesti” di realtà” e non in forma meramente teorica è tanto più necessaria in una scuola che deve far maturare, fin da subito, il metodo di studio e le competenze sociali. L’utilizzo delle tecnologie digitali applicate alla didattica con le varie metodologie connesse apprese durante i vari corsi di formazione, consente di indirizzarsi decisamente verso un nuovo modello di scuola “attiva”; in ogni caso l’utilizzo diversificato delle metodologie (rif. ALL.6) dovrà essere necessariamente perseguito.

Di seguito si traccia un’ elencazione dei più significativi obiettivi da realizzare, tenuto conto della qualità di formatori/trici dei/delle docenti.

  • Esplorare, mediante la proposta mirata di attività di verifica e di momenti di osservazione, la situazione di apprendimento di ciascun alunno/a. 9
  • Predisporre una progettazione didattica in linea con il curricolo e con le capacità degli/delle alunni/e e che tenga conto con le priorità dell’istituzione.
  • Adottare metodologie e forme d’intervento didattico adeguate al gruppo ed ai singoli individuando e perseguendo obiettivi didattici a misura di ognuno/a (personalizzazione) e contestualizzando i traguardi d’apprendimento da raggiungere alle loro reali conoscenze, abilità e capacità.
  • Concorrere alla predisposizione dei Piani Educativi Individualizzati (PEI) per gli alunni diversamente abili e dei Piani Didattici Personalizzati (PDP) per gli alunni con altri Bisogni Educativi Speciali (BES) attuandoli in piena condivisione di team .
  • Predisporre validi ed efficaci momenti di verifica, alla luce degli obiettivi prefissati e condivisi sia nei Dipartimenti Disciplinari sia nel team sia nel CDC
  •  Praticare forme d’insegnamento che stimolino alla partecipazione, alla costruzione e condivisione delle conoscenze.
  • Utilizzare le tecnologie digitali per attivare processi d’insegnamento più coinvolgenti ed efficaci e, quindi, per generare apprendimenti più significativi.

Note

Il presente Atto d’Indirizzo al Collegio dei Docenti 2017-18, anch’esso in costante adattamento dal momento della sua prima attivazione con la L.107/2015, include e fa riferimento, per quanto non è stato ampiamente trattato, i due precedenti del 2015-16 e del 2016-17; in particolare quest’ultimo a cui si rimanda in allegato considerandolo parte integrante dell’Atto. Ne sarà data contestuale pubblicazione sul sito ed invio nella mail istituzionale di ogni docente con gli allegati.

Allegati:

  1. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) 2016-19
  2. Piano di Miglioramento aggiornato (PDM) 2016-17
  3. RAV aggiornato 2016-17
  4. Atto d’indirizzo al Collegio a.s. 2015-16
  5.  Atto d’indirizzo al Collegio a.s. 2016-17
  6. Nota 3401 del 19.04.2017 (“Metodi didattici. Descrizione.”)
  7. Tutti gli atti successivi indicanti linee di indirizzo per la realizzazione di particolari ambiti (salute, sicurezza, vigilanza)

Il Dirigente Scolastico
Dott. Vittorio Sanna
firmato digitalmente ai sensi del c.d. Codice dell’Amministrazione Digitale e norme ad esso connesse

 

 

 

Prot.6960 20.09.2017. ATTO D’INDIRIZZO DS AL COLLEGIO 2017-18