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Lettera aperta ai genitori e al personale scolastico dell’Istituto

Lettera aperta del dirigente scolastico ai genitori e al personale scolastico dell’Istituto

Lettera aperta ai genitori e al personale scolastico dell’Istituto

Questa comunicazione, rivolta all’utenza e al personale, è dovuta alla volontà di fugare dubbi e fraintendimenti sulla situazione dell’istituto in relazione ai vincoli ed alle difficoltà oggettive che patiscono i suoi plessi e su cui, ormai quotidianamente, si concentrano le proteste sdegnate per l’assenza di interventi risolutori.
Tutti gli edifici dell’Istituto Comprensivo “Monte Rosello Basso” presentano problemi di vario tipo che ne riducono l’agibilità degli spazi e soprattutto il loro utilizzo nella didattica come ambienti d’apprendimento.
Fin dai primi di settembre del 2015, data d’avvio del mio incarico di DS nell’Istituto, ho indirizzato al Comune richieste e proposte, anche molto articolate e progettuali, per avviare subito il miglioramento necessario. In particolare ho presentato un progetto per la riqualificazione didattica dell’intera piazza e delle scuole che vi si affacciano, base obbligata per la richiesta di fondi alla Regione (ISCOLA Linea 1).
Il Comune non ne ha tenuto conto ed ha fatto altre scelte (una scuola nuova ad Ottava) lasciando il nostro Istituto quasi in una prospettiva disperante e con uno scarico inaudito di responsabilità sulla sicurezza interamente sulla mia persona. Le mie note di protesta- rivolte per conoscenza anche all’USR – hanno, da quel
momento, avuto una costanza quasi da stalker; così si è arrivati a condividere alcune scelte da fare in emergenza. Pertanto, viste le condizioni di fatiscenza estrema (interna ed esterna) degli edifici, è stata assegnata al nostro IC una squadra per le manutenzioni ordinarie con il compito di tinteggiare tutti gli ambienti scolastici in ogni plesso. Tuttavia la tinteggiatura si è limitata ad un piano nell’ex Media n.6 e poi si è trasferita a “S. Giovanni Bosco” (dove mancava da decenni), salvo poi bloccarsi subito perché la squadra doveva essere spedita in altre scuole. L’unica possibilità concessa per concludere i lavori è stata l’assunzione diretta ed obbligatoria degli oneri finanziari sui materiali; così tutto (tinte, vernici, pennelli, teloni, nastri, ecc.) è stato acquistato con le pochissime risorse a disposizione pur di completare il lavoro almeno in un edificio. Via Pavese e Via Baldedda sono state tagliate anche perché la squadra, ridotta al minimo e con continue interruzioni, ha faticato a concludere, lasciando il cantiere aperto per mesi e con problemi di non poco conto per poi sparire per conclusione di progetto. Pertanto altro non è stato fatto.
Nel frattempo, sempre nello stesso anno, è stato consegnata la palestra di “S. Giovanni Bosco” con locali annessi e ristrutturati in base ad un progetto del 2010; tuttavia senza fare alcuna opera di bonifica del cortile, abbandonato da molti anni ed interdetto. In questo progetto era compresa anche una dotazione di pc che doveva servire a creare un’aula multimediale. Questi pc, ricoverati in un’aula blindata, ci hanno consentito di far fronte all’emergenza furti riuscendo a rispettare le consegne rigorose del MIUR e dell’INVALSI ai quali -visto che siamo scuola autonoma (sic) – poco importava della nostra situazione. La palestra ha presentato problemi fin da subito ma, in ogni caso, pur con criticità crescenti, ha svolto e svolge la sua funzione; il cortile è stato recuperato grazie ad una vasta opera di solidarietà e cittadinanza attiva che ha coinvolto genitori, associazioni e parrocchia, con il Comune sostanzialmente spettatore. L’opera di pulizia e bonifica e messa in sicurezza degli altri spazi verdi (via Baldedda, Via Pavese, P.zza Sacro Cuore), richiesta formalmente infinite volte, invece non è mai stata realizzata.
Considerata l’emergenza continua, i cornicioni pericolanti nella scuola dell’Infanzia e la minaccia reale di chiusura, il Comune è stato poi costretto a stanziare una piccola somma per rifare la facciata dell’edificio, i bagni contigui alla mensa della scuola dell’Infanzia, nonché la bitumazione del terrazzo necessaria per fermare le gravi infiltrazioni in corso. Tuttavia, in quel finanziamento avrebbero dovuto essere compresi (era scritto) anche altri lavori (messa in sicurezza delle finestre dell’infanzia e dell’intero piano superiore, apriporta, messa in sicurezza dell’impianto fognario, vetrate nuove in un’aula) che, però, non sono stati mai realizzati a parte le vetrate L’intervento è comunque servito a sgombrare il terrazzo da vecchi arredi spostati lì dall’impresa di manutenzioni che, però, non aveva provveduto a smaltirli una volta conclusi i lavori.
Intanto è stata avviata, dopo anni di elaborazione-preparazione, l’intervento di recupero e riqualificazione della ex Palazzina Uffici di Via Pavese – Viale Sicilia. Dovrebbe servire ad accorpare in un unico edificio la scuola media avendo spazi d’apprendimento adeguati per laboratori di musica, arte e lingua. La scuola, pur avendolo richiesto con forza per mesi, non è stata consultata in merito all’elaborazione del progetto quindi non è dato sapere se l’intervento effettuato con un notevole impiego di risorse, sarà funzionale o meno ai bisogni effettivi.
Al momento, tuttavia, i lavori non sono ancor conclusi e nessuna comunicazione è giunta in merito alla consegna. Ci si augura che, la consegna completa ci sia entro il 31.08.2019 anche se, stante i tempi ai quali siamo purtroppo abituati, anche questa opportunità appare a rischio. In ogni caso va sottolineato che non basta che ci venga consegnato uno stabile rifatto ma vuoto; esso, per poter essere immediatamente operativo, deve essere attrezzato con gli arredi nuovi (da acquistare sempre da parte del Comune) oppure con quelli, molto numerosi, presenti nei numerosi locali della ex Media n.6. Al riguardo sorge un altro problema serissimo: lo smaltimento degli arredi vecchi accatastati in spazi chiusi oppure all’esterno nonché il trasporto di quelli nuovi compreso di mezzi e facchinaggio, secondo il Comune sarebbe di competenza della scuola. Tuttavia la scuola non ha alcuna autonomia finanziaria e dipende dai trasferimenti di fondi operato dallo Stato e dagli Enti Locali. Fino a 5-6 anni fa, il Comune assegnava alle scuole i fondi per il diritto allo studio (ex L.R-. 31/84) pervenuti dalla Regione; almeno dal 2015 questi fondi non li ha più dati indirizzandoli in altri settori. Lo stesso dicasi per risorse che venivano assegnate per le piccole manutenzioni da fare direttamente dalle scuole e consistenti in varie migliaia di euro. Le risorsa assegnata ora alla scuola ammonta a € 380, quella del precedente anno a 300; cifre anche difficili da spendere considerato che oggi, qualsiasi impegno da una amministrazione pubblica in interventi con esterni deve essere certificato con fattura elettronica. Per questo motivo, anche avendo a disposizione le risorse, nessuna ditta risponde mai agli avvisi; il cancello del cortile di “S. Giovanni Bosco” per esempio, perennemente aperto per i motivi ormai più che noti e causa costante di azioni vandaliche, nonostante
varie richieste di preventivi, è ancora nella medesima situazione.
Quando, due anni fa, l’intero IC fu oggetto di intrusioni vandaliche e furti con danni quantificabili intorno ai 27.000,00 euro, vista la totale assenza di aiuto e soccorso nonostante gli sos quotidiani lanciati a tutti, per fermare in emergenza un disastro che non sembrava avere fine, venne recuperata una somma dai fondi della scuola, sottraendola ad altro ma chiedendone la restituzione al Comune, questo non ha mai risposto né restituito. In più l’USR, da me informato (assieme al Prefetto) dei fatti perché intervenisse, mi ha messo in guardia dal procedere con anticipi perché si sarebbero potuti configurare come danno erariale ed avrebbero determinato sanzioni nei miei confronti. Può sembrare una beffa ma è la regola dell’amministrazione pubblica in cui ognuno ha l’obbligo di fare la parte di propria competenza. Solo che, nel caso dell’amministrazione della scuola, soprattutto per la sicurezza, è sempre il suo responsabile a pagare anche se non ha né responsabilità né risorse; una situazione che nessuno, ad alcun livello, sembra avere intenzione di cambiare. Uno scaricabarile spaventoso che è ormai diventato regola rendendo quasi impossibile, in tempi di crisi generalizzata, la vita delle autonomie scolastiche sul territorio.
Nel gennaio 2018, con in atto la procedure delle iscrizioni, a causa di articoli comparsi su La Nuova, le relazioni istituzionali scuola-comune sono arrivate ad un livello molto critico, ricomposto con l’impegno da parte del Comune d’ installare l’impianto d’allarme nelle scuole oggetto di furti,; tempo massimo d’attesa previsto (dopo anni e anni di richieste) due mesi. Azione mai realizzata con i risultati che sono otto gli occhi di tutti. I vandali continuano ad entrare indisturbati e sempre più aggressivi, facendo danni ripetuti ed il Comune non è in grado nemmeno di rimettere definitivamente a posto i portoni ed i cancelli forzati e compromessi. Nemmeno di organizzare una vigilanza costante con la propria polizia. Almeno questo è ciò che accade nelle nostre scuole.
Attualmente, poi, si è arrivati ad una situazione che ha dell’assurdo. Si è riusciti, tramite un intenso lavoro di progettazione e di analisi del bilancio a recuperare risorse che, finalmente, potrebbero ripristinare le dotazioni rubate nonché dare piena connettività ai plessi. Quest’ultima cosa è stata fatta (anche per la Scuola dell’Infanzia) ma gli acquisti restano bloccati perché siamo in attesa che le scuole vengano messe in sicurezza; installare nei nostri plessi nuovi pc, tablet, proiettori senza avere allarmi, armadi blindati e porte sicure sarebbe, infatti, un invito a delinquere clamoroso del quale, fra l’altro, sarei chiamato direttamente a rispondere. In ogni caso, avremmo le scuole svaligiate entro una settimana con danni aggiuntivi agli infissi.
Pertanto, se le cose dovessero malauguratamente continuare a restare irrisolte, per non perdere il finanziamento, gli acquisti saranno fatti ma stoccati in qualche aula sicura, però senza alcun utilizzo, in attesa della sicurezza. La stessa assurda situazione con moltiplicazione esponenziale di danni, si registra in merito al fatto che, in mancanza di spazi adeguati, non è possibile mai partecipare (almeno finora è stato così) agli avvisi per finanziamenti per la creazione di ambienti digitali d’apprendimento, biblioteche digitali, ed altro ancora che, presuppone appunto la disponibilità di spazi adeguati e sicuri.
Questa è la situazione. Una situazione che accresce a dismisura la complessità ed il disagio quotidiano e che, fra l’altro, ci obbliga a smontare e rimontare continuamente tutti gli impianti tecnologici, con costi aggiuntivi in termini di tempo e risorse.
La costante emergenza in cui vive la nostra scuola è stata resa ancor più grave, negli ultimi cinque anni, anche dalla politica di dimensionamento messa in atto dal Comune, in accordo con le dirigenze scolastiche sulla base di un piano antecedente alla mia presa di servizio nell’Istituto. In base a calcoli e ragionamenti che ho contrastato fin da subito con forza, il nostro istituto che, – in quanto espressione di una comunità- quartiere ben definita – era il più stabile e numeroso della città, è stato progressivamente privato di due scuole dell’infanzia e, infine, avrebbe dovuto sparire del tutto, già nel 2018-19, suddiviso tra Monte Rosello Alto e San Donato. Ho contrastato quest’ipotesi dannosissima (anche per il personale), con proposte concrete, riuscendo infine a condividere con l’amministrazione la necessità di rilanciare il quartiere rafforzando la sua scuola. Da quì il progetto – parrebbe inserito anche nel Piano Triennale del Comune – della creazione di un “polo formativo” molto innovativo nella piazza che dovrebbe vedere: la costruzione di una nuova scuola dell’Infanzia nel grande campo di calcio di Via Tintoretto, l’ampliamento degli spazi per la scuola media di via Pavese con l’inglobamento (per laboratori) di almeno uno degli spazi attualmente dati in gestione a privati (AVIS, AUSER, Palestra “Sieni”), la cessione alla Provincia dell’intero stabile della ex n.6 e, previa ristrutturazione, il trasferimento in essa di una delle due sedi del Liceo Artistico. Si verrebbe a creare, in questo modo, un polo formativo integrato e in verticale, dall’infanzia alla scuola superiore, improntato sull’Arte e includente anche il vicino Museo Masedu; inoltre il nostro Istituto avrebbe la possibilità anche di potenziare la sua vocazione sportiva e musicale. Al di là dell’opportunità data dalla richiesta della Provincia, l’idea del “polo formativo” è stata sempre alla base del mio intervento dirigenziale che non ha trascurato mai la continuità orizzontale, ovvero il coinvolgimento del territorio e dei genitori; l’Istituzione della Consulta – che, assieme a quella di Porto Torres (anch’essa creata su mia iniziativa) continua ad essere un caso unico e virtuoso in Provincia e forse anche in Sardegna – né è un elemento essenziale. Un’apertura ed inclusione dell’utenza genitoriale fondamentale per avviare il processo di costruzione di una comunità educante. Perciò, questa visione e prospettiva, per ora solo tratteggiata, va sostenuta con forza da tutti, perché vengano subito avviati tutti i processi ad essa connessi; naturalmente vigilando con scrupolo per impedire la ripresa delle spinte alla disgregazione del nostro IC.
In definitiva la situazione è rimasta aperta e fluida ma tendente, finalmente, al sereno. L’impegno profuso da parte di tutta la scuola è stato costante ed intenso ed oggi, oltre alle già note eccellenze (inclusione, sport disabili, musica, Erasmus, ecc.) con il progetto quadriennale FUTURO PROSSIMO, voluto con determinazione, la scuola ha la possibilità di operare su tempi distesi per ben radicare “ a sistema” tutto quello che di buono (ed è molto) ha fatto, pur agendo in condizioni di estrema precarietà. Ha la strada spianata per creare davvero una comunità educante che sia la base del polo formativo che si vuole formare nel quartiere Sacro Cuore, intorno alla sua piazza, con un modello innovativo che può essere trasferito anche in altri quartieri; a patto che non prevalgano i soliti atteggiamenti distruttivi.
Infine, in merito alle proteste dei genitori nei confronti dell’amministrazione ho sempre sostenuto che, se necessarie, esse debbano essere sempre avanzate nel pieno rispetto delle persone e delle relazioni istituzionali, dentro un effettivo e costruttivo processo di cittadinanza attiva. Ho sempre pensato e detto che i/le minori si educano con la testimonianza del comportamento adulto; perciò è necessario pensare bene prima di agire perché le azioni non sono mai senza conseguenza. In una situazione così problematica come la nostra, ho sempre invitato all’assunzione specifica di responsabilità evitando manipolazioni ed azioni ad effetto che possono generare conseguenze molto contraddittorie. Ho sempre indirizzato alla partecipazione in autonomia ma anche ad agire in maniera chiara e trasparente in base alle proprie funzioni e possibilità, nel legittimo esercizio di partecipazione democratica. Anche oggi, questa possibilità non è preclusa.

Il Dirigente scolastico
dott.Vittorio sanna